La psicologia clinica è tra le più importanti branche applicative e teoriche della psicologia, e presuppone la comprensione delle problematiche relazionali e psicologiche, sia dal punto di vista individuale che dal punto di vista del gruppo. Nell’ambito della psicologia clinica, ci si concentra sulla prevenzione primaria delle condizioni che potrebbero determinare un disagio sul piano relazionale o personale, ma anche sul corretto inquadramento degli elementi ambientali, personologici, contestuali e familiari che creano delle difficoltà o dei disturbi. Le applicazioni cliniche della prevenzione si abbinano alla valutazione e al sostegno psicologico, tenendo in considerazione la psicodiagnostica e facendo riferimento all’intervento terapeutico.
Tra i punti focali della psicologia clinica c’è l’identificazione precoce della patologie, partendo dal presupposto che quanto prima le problematiche vengono individuate tanto più facile è la loro risoluzione. La gestione clinica delle difficoltà, siano esse di carattere personale o di natura comunitaria, avviene con numerose tecniche di sostegno psicologico, oltre che attraverso colloqui e consulenze. Non bisogna pensare che la psicologia clinica equivalga in tutto e per tutto alla psicoterapia: la prima, infatti, prevede un intervento clinico che ha a che fare direttamente con il trattamento della psicopatologia, e si può considerare come l’impiego di strumenti psicologici a scopi clinici.
Per quel che riguarda la cornice epistemologica, la relazione tra il clinico e il consultante è centrale, ma va sottolineata anche la forte connessione tra l’individuo e il contesto: proprio per questa ragione è fondamentale tenere conto, tra l’altro, della rete ambientale e del network relazionale di cui il soggetto fa parte. Basilare, poi, è un adeguato setting, ovviamente co-costruito, tale da fare in modo che la relazione abbia un senso. La psicologia clinica, in conclusione, si contraddistingue oltre che per i suoi ambiti di applicazione possibili anche per la scelta di un vertice osservativo specifico e per una metodologia di intervento particolare: viene prestata attenzione al dato nomotetico, ma si può parlare anche di scienza idiografica, nel senso che ogni caso specifico viene studiato e preso in esame nella sua unicità, sulla base del modello biopsicoambientale.